Una speranza chiamata taxolo
La testimonianza di Ughetta, paziente oncologica

Giovedì 19 maggio 2016
Chi nella vita non ha programmato un viaggio? Chi mai non si è spostato per andare in vacanza o a trovare amici e parenti? Può averlo fatto da solo o in compagnia, ma questo poco importa. La differenza è che quel viaggio, spesso, è stato pensato in anticipo, organizzato, percorso nella mente e pregustato nel cuore.
Tuttavia non è sempre così.
Quest’anno mi è capitato di fare un viaggio che tocca le sfere più profonde dell’essere umano: un viaggio mai pensato, talmente inaspettato da lasciarmi un po’ frastornata, ma con la convinzione che andava fatto. Mi sono avvicinata a tanti termini, fortunatamente prima sconosciuti, e tra questi quello che più mi ha spaventato e con il quale ho dovuto fare i conti è stato “taxolo”. Certo non sei preparata ad affrontare la chemio, perché spontaneamente si associa alla sofferenza, alla malattia grave e, forse inconsciamente, all’amico o all’amica che non ci sono più.
Ma, grazie a Dio, la spiegazione dei medici ai quali sei stata affidata fa sì che quella parola assuma connotati diversi: “chemio” diventa speranza di guarigione, farmaco per vincere nell’oggi la battaglia contro il male del secolo, apertura alla vita ricca di una nuova consapevolezza.
Ed è con questa mia, giunta alla fine del viaggio “taxolo”, che desidero ringraziare tutti coloro che seguono i pazienti oncologici. E’ un sostegno prezioso senza il quale non si riuscirebbe, con fiducia, a percorrere le strade che vengono preparate per raggiungere la meta finale. Ciascuno di loro accompagna con competenza, attenzione, cura, pazienza, disponibilità, sollecitudine. E che dire dei sorrisi di benvenuto, di condivisione di difficoltà e gioie, del fatto dell’essere chiamato per nome? Ognuno di noi si sente unico pur nell’appartenenza al gruppo, si sente confortato, tenuto per mano e questo aiuta ad affrontare le tortuosità del viaggio, la salita così faticosa.
“Di tumore si può guarire”, mi è stato più volte ripetuto ed io voglio crederci. Anzi: ci credo!
Un grazie di cuore a voi tutte persone "speciali".
Ughetta
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